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NEMMENO CAROVANIERE IN FUGA



Da una lettera esplicativa e di giustificazione del suddito, pretestuosamente accusato: Illustrissimo Vice e Grandissimo Capo, ...non è certo un vile, anonimo telescritto a cambiare la realtà, costituita da elementie da fatti, non da opinioni.

Detto telescritto non ha valore se non per far comprendere la personalità dell'autore, anonimo, ma che, senza sforzi, può avere nome e cognome.

Rinuncio alla pur elementare ricerca di costui e chiedo espressamente che ci si esima dal perseguirlo, non per perdonare, ma per non dargli nessuna attenzione, che, comunque, non meriterà mai.

Chi potrebbe ottenere vantaggi, cercando di mettere in cattiva luce chi scrive, con messaggi anonimi, inviati a codesto Vice Grandissimo Capo?

E perché mai?

È ipotizzabile, razionalmente, che nessuno qui - neanche fra quelli di recente assunzione, selezionati e voluti personalmente dal tuo umilissmo servitore e suddito - sia leale al suo benefattore?

Ma non viene da ridere?

Il testo di quel messaggio anonimo, che nessuno potrebbe prendere in seria considerazione, non rasenta l'idiozia, ne é la quintessenza.

Segue la firma:

Sono il tuo umilissimo suddito e indegno servitore, che ti bacia mani e piedi e ti é grato, finché vivrà, per il tuo senso di equità, obiettività e generosità, conscio che il tuo agire non persegue, comunque e mai, alcun interesse personale ma solo quello generale, della collettività.

In aggiunta alle precedenti osservazioni, furono esposti e documentati allo Strabico, non ancora Grandissimo Capo, fatti, circostanze e situazioni precise, sgombrando dubbi e incertezze; tutto fu oggettivamente chiarito, nei dettagli, con diligenza, puntigliosità, senza pedanteria e con onestà.

Non vi fu nulla da fare.

Il lupo terribile aveva deciso di papparsi comunque la pecorella anzi l'agnello che, senza arrecar danno ad alcuno, aveva avuto l'unico torto d'aver sete.

Non aveva voluto ascoltare, il Grandissimo, Vice e Strabico Capo!

Il vile e disonesto fu premiato; l'altro messo nell'angoletto. Secondo la migliore tradizione, dunque!

Nel far ciò, il Vice Grandissimo Capo realizzò se stesso, anzi realizzò il suo karma.

Salì altri gradini non per suoi meriti ma con l'aiuto di portaborse, padrini e protettori anche del vile; conservò - con metodi a dir poco dittatoriali - la sua posizione, per qualche tempo, per essere, infine, espulso dal corpo della Casa Padronale; denigrato, inviso a tutti, senza lasciare un pur vago o sbiadito ricordo di sé.

Come non fosse mai esistito.

Fa pena ma è solo l'inizio. Lo attende il peggio.

Ha problemi e non sembra gli sia così agevole, benché, volpe, fuggire in località equipollente a quella arcinota dell'Africa mediterranea, rifugio per carovanieri in fuga.

In definitiva, Anonimo (il vile) e Strabico sono espressione somma del non essere.

Per far comprendere meglio: il direttore di una filiale estera dell'Azienda conserviera nazionale viene - con pretesti - rimosso per far posto all'ultra–raccomandato e incompetente giovinastro (il vile); il sottoposto - tanto inetto quanto anonimo - deve prendere il suo posto poiché può, grazie ai suoi protettori, determinare l'ascesa ai vertici dell'ambizioso, furbo, ignorante, viscido e disonesto Vice.

Strabico, il Vice è raffigurato in un quadro ad olio che ha per tema esami, concorsi e simili come una figura-bottiglia, ovvero con una testa di bambino ed un'appendice vermiforme, secondo l'interpretazione di un critico tedesco.

Che altro potevi aspettarti da questa feccia? si potrebbe dire con il più volte ricordato Brodskij.

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Un sonnellino pomeridiano