STAGIONE DELLA
VITA
IL CALESSE
Vennero a trovarli gli zii dal paese vicino, nel quale era nata ed aveva abitato la loro madre, da nubile. Una bella giornata di primavera,
sicuramente aprile - il mese per eccellenza - e probabilmente di domenica,
Percorsero quella scarsa decina di chilometri, che separano i due paesini, per
la prima volta in calesse, che, a quasi quattro anni, il bambino non aveva maivisto e non conosceva.
Trovava calesse e cavallo bellissimi; era estasiato, affascinato da entrambi; un
mondo nuovo, una vera meraviglia di forme, di leggerezza e l'impressione della velocità.
Lo zio invitò la madre del bimbo a fare un giro, insieme con la zia, la sorella
di sua madre, ch'era piuttosto pesante; il bimbo insistette con tutte le sue
forze per andare con loro, li pregò, li scongiurò, fece tutto quello che gli era
possibile e che conosceva per raggiungere lo scopo.
Pianse, si tirò - è da pensare - i capelli, ricorse ad ogni mezzo. battè i piedi, si
aggrappò al calesse e, forse, fece qualcos'altro ancora.
Inutile; senza risultato. Non li convinse e quindi più decisi che mai partirono
in tre per il loro giro, senza pargoletto, lasciato a terra, solo, nelle vicinanze
di casa.
La ragione per la quale la mamma e gli zii non potevano portarlo con loro era
probabilmente il troppo peso che si sarebbe ottenuto per cavallo e calesse;
non si è così sicuri, comunque, che si trattasse solo di questo poichè la
differenza in più o in meno di una ventina di chili, il peso approssimativo di quel
bimbo, non avrebbe messo in difficoltà cavallo, distrutto o rovinato pure in
parte il calesse.
Forse andavano in un posto (cimitero, ospedale, visita ad un parente o conoscente affetto da malattia contagiosa, o altro?) dove i bambini non erano
ammessi? Il bambino immaginò che volessero fare qualcosa di misterioso e
incomprensibile; non capì, non giustificò quel comportamento. Fu per il piccoletto un vero dramma, un tradimento, un'esclusione tanto inattesa quanto
immotivata.
Non dimenticherà mai di non aver preso parte a quel giretto in calesse, non
comprenderà mai il motivo della sua esclusione, quel bambino!
Com'è difficile comprendere, talvolta, il mondo dei più piccoli ed evitare, con
semplici accorgimenti, il radicarsi in questi di esperienze spiacevoli: tradimenti, rifiuto, abbandono.
Da adulto quel bambino di allora non ha più avuto alcun interesse o rapporto diretto con calessi e cavalli, allontanatisi forse per sempre dal suo orizzonte.
Alla psicanalista - mamma raccontò anche quest'episodio il bambino d'una volta, ora adulto con qualche problema.
Lei, a sua volta, gli raccontò come un noto psicanalista viennese fece comprendere al proprio figlioletto l'esistenza nella vita del tradimento.
Disse più o meno quanto segue: il padre invitava il figlioletto a saltare, rispettivamente, da uno, due, tre, quattro e poi cinque gradini di una scala mentre fermo nel pianerottolo ogni volta, puntualmente, lo prendeva fra le braccia.
Poi lo invitò a saltare dal sesto gradino. Il bambino ubbidì fiducioso come sempre ma questa volta il padre non lo prese, si scostò e il figlioletto cadde a terra facendosi male; comprese in questo modo i contenuti del tradimento posto in essere anche da persone, come suo padre, del tutto insospettabili.
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