AMICI ANIMALI

 

IL PAPPAGALLO


Voleva un pappagallo quella bambina e, da come lo chiese, suo padre capì che avrebbe dovuto comprarlo. Obiettò ch'era costoso, cercò - pur senza troppa convinzione - di scoraggiarla e, per prendere tempo, la convinse ad organizzare un salvadanaio, per accumulare il danaro necessario all'acquisto; anche lui avrebbe contribuito, le disse, a riempire il maialino di terracotta.

Furono, tuttavia, incostanti.

Un improvviso viaggio di lavoro in Iran e il padre della bambina dimenticò pappagallo e salvadanaio.

Collaborava temporaneamente con il tipo un giovane veterinario iraniano, laureatosi in Italia, e ora con varie attività commerciali nel settore degli animali vivi.

Diventarono amici e finì per parlargli della figlia e del suo desiderio di avere un pappagallo.

Dopo circa un mese, al momento di lasciare Teheran per l'Italia, oltre alle valigie, quel tipo aveva una gabbia con un pappagallo, i documenti sanitari in tasca, preparatigli dall'amico, ed era animato da grande pazienza, dovendo viaggiare con gabbia e pappagallo in aereo, quasi sicuramente in grembo.

Dopo l'acquisto, trionfante aveva informato telefonicamente la figlia che ormai avevano un bel pappagallo, di taglia media, becco rosso e splendido manto verde chiaro, con piume azzurre e gialle.

Lei forse non ci pensava più; non manifestò eccessivo entusiasmo.

Lui pensò che la madre o altri familiari l'avessero scoraggiata, ma ormai aveva il pappagallo con sé.

All'arrivo, lo diede alla figlia che, in una gabbia molto più grande, lo volle, nella sua stanza.

Ora è viziato, fa parte, come si è soliti dire, della famiglia. Quel tipo è il suo prediletto. Riconosce il rumore della sua auto, i suoi passi, anche quando è in strada o sta per rincasare, la sua voce e la sua tosse di fumatore incallito, il suo gesticolare rumoroso, anche se non è visibile al pappagallo.

Talvolta grida come un ossesso; il tizio dice, scherzando, di odiarlo. È vero semmai l'opposto. Con suoni diversi cerca di far comprendere cosa vuole; tutti in famiglia riconoscono il suo linguaggio, sanno esattamente che cosa intende ottenere.

La figlia si lamenta; la distrae mentre studia ed ha ragione.

Il padre propose un giorno di darlo via ed effettivamente anziani conoscenti l'avrebbero preso volentieri.

Al momento di decidere, tutti si sono tirati indietro con determinazione.

Gli vogliono tutti bene.

La figlia dice che il pappagallo è suo e non vuole darlo più via, quando scherzando, le si propone di liberarsene.

Quel tizio, soprattutto, non vuole liberarsene!

 

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Un elefante