AMICI ANIMALI


MOUCKI




Alessio non aveva avuto mai modo di pensare ai gatti. Viveva solo; era sempre fuori casa e, praticamente, utilizzava l'abitazione come albergo. 

L'utilizzazione della casa quale albergo include ovviamente i rapporti sessuali occasionali con partner che si portano di solito in albergo o in abitazioni svolgenti medesima funzione; quella di Alessio, in quel tempo, assolveva anche questa.

La compagna si trasferì, infine, da Alessio e l'ultima funzione della casa-albergo venne meno.

Dopo poco tempo, portò a casa di lui una bella gattina, trovata in strada, che chiamarono Moucki.

La ferma opposizione iniziale dell'uomo non sortì effetto e, dopo qualche giorno, Alessio si trovò di mattina presto a dar da mangiare alla gatta che - piccola - miagolava per fame vicino al letto, mentre la compagna continuava a dormire il sonno dei giusti.

Andarono in vacanza e affidarono Moucki alle cure di amici, che, al loro rientro , dissero dispiaciuti che la gatta era morta nel dare alla luce gattini.

Dopo qualche settimana, ecco un nuovo gatto a casa di Alessio, cui imposero lo stesso nome. Un bel gattino, che egli nutrì ogni mattina e che presto gli divenne amico.

Quand'era in casa, gli era sempre vicino; se si sedeva, era subito sopra di lui, non disturbava affatto, stava fermo. Alessio imparò a volergli bene; lo nutriva e lo trattava con attenzione e cura. Molto cresciuto e forte, quando stiracchiava le zampe sembrava lunghissimo, con una muscolatura sana, robusta. Più che gatto, sembrava una piccola tigre, un leone giovane.

Alessio era orgoglioso, contento di quest'animale che non creava, a differenza della prima, alcun problema. Mangiava, stava in terrazzo o passava nel giardino; non sporcava, teneva compagnia, piaceva agli amici, non era rumoroso; era davvero simpatico.

Faceva le fusa solo ad Alessio e, stranamente questi lo sentiva amico, non di quell'amicizia fra uomini e animali ma, piuttosto, amico come se pure lui fosse uomo. Una sensazione tanto inspiegabile quanto vera.

Un pomeriggio ch'era a casa, libero dal lavoro, Alessio guardò il gatto e disse alla compagna: non vedi che sta dimagrendo? Devi portarlo da un veterinario, forse non sta bene! Lei non lo prese sul serio e, qualche giorno dopo, lui ritornò alla carica; lei lo fece visitare, infine.

Il veterinario diagnosticò un'infezione, dei parassiti che stavano per disidratarlo. Prescrisse cure e iniezioni preavvertendo che, comunque, ormai poteva essere troppo tardi.

Il gatto fu curato ma peggiorava di giorno in giorno. Alessio era - come sempre - fiducioso; sarebbe andata bene, anche questa volta, si diceva; il gatto sarebbe guarito e, di nuovo, forte, sano e bello, com'era sempre prima.

Continuava ad essere, invece, ossa ed un po' di pelo!

Una sera il gatto bevve latte, mangiò - pur pochissimo - e sembrò stesse appena un po' meglio del giorno precedente. Alessio e la compagna andarono a dormire tranquilli.

Attorno alle tre di quella notte, il giovane sentì, nel corridoio antistante la camera, pure ricoperto con moquette, un lieve rumore, qualcosa che pur lentamente si muoveva. Si svegliò, accese la luce e vide il gatto che lo guardò negli occhi e, poi, si afflosciò sulla moquette, senza vita.

Si alzò, senza svegliare la compagna che accanto continuava a dormire, si vestì in fretta, avvolse il gatto nella sua coperta e andò via a deporlo sotto un cespuglio del prato, non lontano da casa.

Chi era Moucki, questo splendido gatto, questo amico di sempre?

Perché si presentò in quel preciso momento, significativo e di radicale cambiamento, della vita di Alessio?

Quale messaggio gli è stato inviato attraverso Moucki? Che cosa quell'uomo avrebbe dovuto imparare da lui e da quell'esperienza?

C'è un nesso con la reincarnazione?

Successivamente, gatte e gatti cui tutti vogliono bene non sono mai mancati nella casa di Alessio, fino ad oggi.

Non è mai stata più la stessa cosa che con Moucki, unico e irripetibile.

 

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Dick